Come i nostri lettori ricorderanno, insieme a Natalia Gera, al dottor Berrino e all’onorevole Eleonora Evi che ha coinvolto anche altri esponenti parlamentari, ci eravamo fatti portavoce di una necessità di una alimentazione consapevole in Italia, sia tra i giovani sia nella popolazione adulta. A tal proposito rendiamo partecipe il pubblico di una intervista-dialogo realizzata dal direttore Domenico Di Sarno con Natalia Gera.
Domenico: È ampiamente dimostrato che gli zuccheri, se in eccesso, arrecano danni alla salute. Però è estremamente difficile riuscire a quantificare gli zuccheri che assumiamo in maniera indiretta cioè quelli che sono stati aggiunti anche ad alimenti “insospettabili”, pensa ad esempio al burro di arachidi, ma ce ne sono tanti. Penso che l’unica soluzione sia di conoscere in maniera approfondita tutti gli alimenti che introduciamo. Che ne pensi tu?
Natalia: È essenziale limitare l’assunzione di zuccheri aggiunti per mantenere una dieta equilibrata e ridurre rischi come obesità, problemi cardiovascolari e diabete di tipo 2. Dobbiamo imparare a leggere le etichette alimentari ma anche essere in grado di capire che spesso gli zuccheri si nascondono sotto diversi nomi: saccarosio, fruttosio, sciroppo di mais destrosio, maltosio per citarne alcuni.
Domenico: Quindi praticamente come risolviamo? Io ad esempio in giro noto che è difficile rinunciare completamente e da un momento all’altro, agli zuccheri in eccesso.
Natalia: Dovremmo cercare di promuovere i prodotti che ne contengono meno evitando le bibite zuccherate, i succhi di frutta confezionati, preferendo alimenti nei quali i zuccheri presenti non siano più di 5 grammi per porzione.
Domenico: È verissimo ma le bevande zuccherate a volte appaiono ottime e con la bella stagione e il caldo, sembra quasi che il corpo ne abbia un maggiore bisogno e una maggiore richiesta.
Natalia: Per quanto riguarda le bevande zuccherate potremmo utilizzare semplicemente l’acqua naturale aromatizzandola con dei frutti oppure la spremuta d’arancia potremmo imparare a consumare senza zuccheri.
Domenico: Di solito, almeno per quello che vedo e faccio io, la spremuta d’arancia è già dolce anche se noto che tantissimi bar e ristoranti ti servono anche la bustina di zucchero.
Natalia: È vero, ma quando prendiamo la spremuta d’arancia ricordiamoci che un dolcificante è già contenuto nell’arancia stessa.
Domenico: Fin qui è la frutta ma ci sono sicuramente altri trucchi da seguire e consigli da dare.
Natalia: Si, lo yogurt naturale può essere usato al posto di quello zuccherato, ancora cereali integrali senza zucchero, non raffinati e dolcificati.
Domenico: Natalia, ma sua maestà il caffè, io amo gustarlo amaro e devo dire che questo non mi dispiace perché ti permette di assaporare l’aroma vero, tuttavia tante persone mi dicono che non riescono a bere caffè senza zucchero. Dovremmo cercare qualche alternativa anche per loro.
Natalia: Chi è abituato a dolcificare caffè e tè può diminuire gradualmente la quantità di zucchero oppure usare spezie come cannella o vaniglia per esaltare i sapori. Si potrebbe anche optare per le alternative naturali come la stevia però con moderazione. La stevia essendo un dolcificate non la consiglio, ma potrebbe essere utile in una prima fare per disabituarsi al dolce.
Domenico: Disabituarsi, certo un po’ ne siamo tutti schiavi.
Natalia: È vero. Le nostre papille gustative, al giorno d’oggi, sono abituate a mangiare e percepire zucchero, anche quello “nascosto” negli alimenti. Per questo problema potremmo cucinare in casa e controllare gli ingredienti. Preparare i pasti in casa che ci permette di evitare la gran parte degli zuccheri nascosti presenti nei cibi pronti e consumare alimenti non eccessivamente trasformati, o ancora usare dolcificanti alternativi.
Domenico: Ad esempio, cosa potremmo fare?
Natalia: Ad esempio usare la frutta per dolcificare oppure sperimentare ricette con meno zucchero o alternative naturali ed evitare salse industriali. Preferire condimenti fatti in casa. Dobbiamo però essere anche consapevoli che cibi sani come il miele e il cioccolato fondente contengono comunque gli zuccheri naturali. È comunque importante non eccedere. Potremmo inserire nella nostra dieta anche la frutta secca, lo yogurt greco magari, il cous cous, tante verdure e seguire una dieta ricca di fibre per mantenere stabile la glicemia. Infine bere molta acqua per ridurre il desiderio di zuccheri. Con pochi accorgimenti possiamo modificare le nostre abitudini e migliorare la qualità della vita.
Domenico: Dunque è una cosa molto importante porre il problema degli zuccheri cosiddetti “dietetici”. Io sinceramente mi sono fatto l’idea che forse valga la pena usarne meno tradizionale senza ricorrere ai nuovi. Forse nella nostra cultura culinaria e alimentare lo conosciamo meglio. Per quanto riguarda le etichette invece penso sia anche qui un problema di conoscenza. Bisogna fare in modo che tutti noi, a partire dagli adulti e dagli anziani ma fino ai giovanissimi, impariamo a leggere le etichette.
Natalia: Sarebbe un’idea molto utile e innovativa! Educare le persone fin da giovani, alla lettura delle etichette alimentari e alla conoscenza degli zuccheri (e più in generale della nutrizione) potrebbe avere un impatto positivo sulla salute pubblica. L’Italia, come molti altri Paesi, sta affrontando problemi legati all’eccessivo consumo di zuccheri, che contribuisce all’aumento di obesità, diabete e altre malattie metaboliche.
Domenico: Sarebbe utile partire dalla scuola magari inserendo la lettura delle etichette nell’istruzione obbligatoria, si potrebbe valutare di farlo alle elementari o alle medie.
Natalia: Se una materia scolastica includesse argomenti come il valore nutrizionale degli alimenti, la differenza tra zuccheri naturali e aggiunti, e gli effetti di un’alimentazione squilibrata, le nuove generazioni crescerebbero con una maggiore consapevolezza alimentare.
Domenico: La proposta di legge che abbiamo scritto e presentato con l’aiuto dell’onorevole Eleonora Evi va proprio in questo senso.
Natalia: Esatto, Una proposta di legge in questa direzione potrebbe prevedere:
• Inserimento della nutrizione come materia scolastica.
• Campagne di sensibilizzazione per famiglie e scuole.
• Obbligo di etichette più chiare e leggibili.
• Regolamentazione della pubblicità di prodotti ricchi di zuccheri destinata ai bambini!
Domenico: Diciamo che sono i propositi che ci siamo posti quando ne abbiamo parlato. Ovviamente però non dobbiamo pensare solo a quello che sarà nell’immediato, insegnando ai bambini o ai ragazzi ad acquisire maggiore consapevolezza sulla scuola. Penso che dobbiamo anche considerare che più consapevolezza oggi significa meno malattie metaboliche e minore spesa sanitaria domani.
Natalia: Certamente, ottima osservazione. Per prevenire in modo più efficace malattie metaboliche, colesterolo alto e diabete di tipo 2, si possono adottare strategie più ampie e integrate.
1. Regolamentazione e Politiche Alimentari
• Etichettatura chiara e obbligatoria: Introdurre un sistema di etichettatura a semaforo o avvisi chiari sugli alimenti ad alto contenuto di zuccheri e grassi saturi.
• Si può valutare – come peraltro si era già fatto – una tassazione sulle bevande zuccherate e prodotti con zuccheri aggiunti non per mettere le mani nelle tasche dei produttori ma per disincentivare il consumo eccessivo.
• Controllo nelle mense scolastiche e aziendali offrendo pasti bilanciati con pochi zuccheri e più fibre rendendo il consumo consapevole fin da piccoli.
2. Educazione e Consapevolezza
• Campagne di sensibilizzazione: Informare la popolazione sui rischi dell’eccesso di zuccheri e sulla lettura delle etichette nutrizionali.
• Educazione alimentare nelle scuole: Introdurre lezioni pratiche su come scegliere cibi sani e bilanciati.
• Supporto ai medici di base e nutrizionisti: Formazione specifica per aiutare i pazienti a modificare le loro abitudini alimentari.
3. Promozione di uno Stile di Vita Salutare
• Aumento dell’attività fisica: Incentivi fiscali per palestre, piste ciclabili e programmi di movimento nelle scuole e nei luoghi di lavoro.
• Dieta equilibrata: Promuovere il consumo di fibre, proteine di qualità e grassi sani (omega-3, olio d’oliva, frutta secca) per mantenere sotto controllo la glicemia e il colesterolo.
• Controlli sanitari regolari: Screening gratuiti per glicemia, colesterolo e pressione per individuare precocemente eventuali problemi metabolici.
Domenico: Certo potrebbe sembrare che consumare meno zuccheri possa significare anche spendere meno, penalizzare un settore industriale e ridurre il PIL, ma non è così, si tratta di fare un passo indietro oggi per farne non 2 ma 3 in avanti sul medio-lungo periodo.
Natalia: Hai detto bene, forse anche di più. Considera i rischi diretti e indiretti legati al consumo eccessivo di zuccheri. Oltre a diabete di tipo 2, pensa alla steatosi del fegato, il cosiddetto fegato grasso. Una patologia che può portare fino alla cirrosi e comunque all’aumento di trigliceridi e colesterolo con conseguenti rischi sui vasi sanguigni, ateromi, problemi di ipertensione. Non solo, si può giungere anche a problemi ormonali con l’insulino-resistenza e problemi di ansia e depressione.
Domenico: Quindi si parla di ridurre e responsabilizzare il consumo, non criminalizzando zuccheri e produttori ma solo rendendo più consapevole l’uso da parte dei consumatori. Io dico sempre che un consumatore che vive meglio e più a lungo consuma più a lungo ed è una fonte di reddito sana, se il suo organismo è sano, per i produttori.
Natalia: È una buona interpretazione, la salute non è barattabile con il PIL ma hai detto una cosa vera. Se i consumatori conoscono benefici e rischi, possono alimentarsi in modo più responsabile e migliorare la propria qualità della vita. Inoltre il risparmio sulla spesa sanitaria permetterà di concentrarsi su altri settori.
Domenico: In questo modo si migliorerà non solo la qualità della vita ma anche quella dei servizi offerti al cittadino. Io penso che anche per uno statista – che di solito guarda alla prossima generazione – sia un ottimo investimento in termini di consenso popolare perché offrire una migliore qualità della vita, con una sanità più efficiente perché meno costosa e investire sui servizi in modo da innescare anche in altri campi, come istruzione ed economia, un circolo altrettanto virtuoso, non è cosa semplice da realizzare.
Natalia: Sono d’accordo, la salute prima di tutto ma in questo modo si apre la possibilità di migliorare anche altro.
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