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IL 3 settembre 1982 fu assassinato a Palermo il generale Dalla Chiesa

Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa
Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

Carlo Alberto Dalla Chiesa nacque a Saluzzo, in provincia di Cuneo, il 27 settembre 1920, figlio del generale Romano Dalla Chiesa e di Maria Laura Bergonzi. Il nome Carlo Alberto deriva dalla via in cui nacque. Romano Dalla Chiesa, originario di Parma, era un alto ufficiale dei carabinieri che nel settembre 1943 aveva guidato il Comando dei Carabinieri Reali dell’Italia meridionale e che dal 1945 fu capo di Stato maggiore del Comando Arma Carabinieri dell’Italia liberata, chiudendo la carriera nel 1955 da vice comandante generale dell’Arma. Romano partecipò anche alle campagne del Prefetto Cesare Mori contro la mafia in Sicilia negli anni Venti. Carlo Alberto crebbe dunque in un ambiente sensibile al senso del dovere e all’amor di patria, dove l’Arma rivestiva un ruolo centrale. Ebbe due fratelli: Romolo (1921-2012), che come lui intraprese la carriera nell’Arma dei Carabinieri arrivando al grado di generale di Divisione, e Romeo (1924-2006), dirigente di banca. Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, il giovane Carlo Alberto non intendeva dedicarsi alla carriera militare: avrebbe preferito fare l’avvocato o dedicarsi alle professioni legali, ma lo scoppio della guerra cambiò i suoi piani. Nel 1942 entrò nell’Arma come ufficiale di complemento, e nel luglio 1943 conseguì la laurea in giurisprudenza all’Università di Bari (una delle tesine gli fu assegnata dal giovane Aldo Moro), seguita nel 1944 da una seconda laurea in scienze politiche.

Dalla Resistenza alla Lotta alla Criminalità organizzata

Al momento dell’armistizio dell’8 settembre 1943, Dalla Chiesa era responsabile della caserma di San Benedetto del Tronto. Dopo essersi rifiutato di prendere parte ad azioni anti-partigiane, collaborò con i gruppi di resistenti nel territorio marchigiano, unendosi alla Brigata Patrioti Piceni. Questa esperienza resistenziale fu per lui fondamentale: molti anni dopo dichiarò che era stata “una delle esperienze più importanti della sua vita”. Finì su una lista nera delle SS. Dopo la guerra, per la sua partecipazione alla Resistenza, ricevette il Distintivo di Volontario della Guerra di Liberazione e ottenne il passaggio in servizio permanente effettivo nell’Arma dei Carabinieri per merito di guerra. Fu destinato in Campania al Comando Compagnia di Casoria (Napoli), dove nel 1947 nacque la figlia Rita. Durante la permanenza a Casoria si distinse nelle operazioni di lotta al banditismo.

Carlo Alberto Dalla Chiesa L’Incontro con la Mafia a Corleone

Nel 1949 fu inviato in Sicilia presso il Comando forze repressione banditismo, agli ordini del colonnello Ugo Luca. Qui comandò prima il Gruppo Squadriglie di Corleone e poi svolse il ruolo di Capo di stato maggiore del Comando, meritando una medaglia d’argento al valor militare. A Corleone, il capitano Dalla Chiesa condusse un’indagine esemplare sulla scomparsa del sindacalista socialista Placido Rizzotto, sparito il 10 marzo 1948. Con metodo investigativo mutuato dall’esperienza partigiana, raccolse informazioni tassello dopo tassello. L’indagine portò a incriminare l’allora emergente boss della mafia Luciano Liggio. Dalla Chiesa riuscì a identificare il luogo esatto dove si trovava il cadavere di Rizzotto – in una foiba di Rocca Busambra – come confermato nel 2008 dal ritrovamento dei resti. Dopo vari incarichi a Firenze, Como, Milano e Roma, dal 1966 al 1973 Dalla Chiesa tornò in Sicilia con il grado di colonnello al comando della Legione Carabinieri di Palermo. In questo ruolo ruppe gli stereotipi dell’epoca, trasformando la Legione da semplice organo amministrativo in un vero centro operativo. Indagò sulla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro nel 1970, sposando la pista della droga. Collaborò con la Commissione Parlamentare Antimafia, presentando il famoso rapporto sui “114”, che identificava i principali boss di Cosa Nostra.

La Battaglia contro le Brigate Rosse

Dal 1973 al 1977, come generale di brigata a Torino, Dalla Chiesa fu protagonista della lotta contro le Brigate Rosse. Su sua proposta venne creato il “Nucleo Speciale Antiterrorismo” attivo tra il 1974 e il 1976. I risultati furono significativi: riuscì a catturare importanti leader brigatisti come Renato Curcio e Alberto Franceschini. Il 28 marzo 1980 si verificò l’episodio dell’irruzione di via Fracchia a Genova, dove grazie alle informazioni del pentito Patrizio Peci, i carabinieri di Dalla Chiesa individuarono una base delle BR. L’operazione si concluse con la morte di quattro brigatisti e suscitò polemiche per le modalità. Dal 1978 al 1981, come generale di divisione, fu nominato coordinatore delle forze di polizia per la lotta contro il terrorismo con poteri speciali. Dal 1979 al 1981 comandò la Divisione Pastrengo a Milano. Dal 1981 al 1982 fu vicecomandante generale dell’Arma con il grado di Generale di corpo d’armata.

La Nomina a Prefetto

Nel maggio 1982, subito dopo l’omicidio di Pio La Torre (30 aprile), Dalla Chiesa fu nominato Prefetto di Palermo. La nomina era già nei propositi del governo prima dell’assassinio di La Torre, che aveva accelerato la decisione. Il presidente del consiglio Giovanni Spadolini aveva promesso al generale “poteri speciali” per combattere la mafia come aveva fatto con il terrorismo. Tuttavia, nei poco più di cento giorni da prefetto, Dalla Chiesa non ricevette mai i promessi poteri speciali dal Governo, lamentandosene pubblicamente in un’intervista ad agosto 1982 al giornalista Giorgio Bocca de La Repubblica. La sua nomina fu accolta con freddezza da parte del mondo politico siciliano, preoccupato per il nesso mafia-politica che il generale avrebbe potuto svelare. Anche nel mondo dell’economia serpeggiava inquietudine. Accettando l’incarico senza i mezzi promessi, Dalla Chiesa firmò inconsapevolmente la sua condanna a morte. Come disse il collaboratore di giustizia secondo le dichiarazioni riportate: “Lo hanno mandato a Palermo per sbarazzarsi di lui, non aveva fatto ancora niente in Sicilia che potesse giustificare questo grande odio nei suoi confronti”

L’Assassinio e il Funerale

La sera del 3 settembre 1982, alle ore 21:15, Carlo Alberto Dalla Chiesa uscì da Villa Whitaker insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro per andare a cenare a Mondello. In via Isidoro Carini, la loro Autobianchi A112 fu affiancata da una BMW con a bordo Calogero Ganci e Antonino Madonia, che aprì il fuoco con un AK-47. Contemporaneamente, l’agente di scorta Domenico Russo fu ucciso da Giuseppe Lucchese e Giuseppe Greco “Scarpuzzedda” che viaggiavano su una motocicletta Honda. Dalla Chiesa e la moglie morirono colpiti da trenta pallottole. Il pomeriggio del 4 settembre 1982 si svolsero i funerali nella basilica di San Domenico. La folla si scagliò contro i politici venuti da Roma, lanciando monetine contro il Presidente del Consiglio Spadolini. Dalle urla fu risparmiato solo il Capo dello Stato Sandro Pertini che piangeva.

Omicidio Dalla Chiesa: L’Omelia del Cardinale Pappalardo

L’omelia fu pronunciata dal cardinale Salvatore Pappalardo, uno dei pochi amici del generale nei suoi quattro mesi in Sicilia. Citando Tito Livio (anche se per l’emozione lo chiamò Sallustio), Pappalardo pronunciò le parole che fecero storia: “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur” – “Mentre a Roma si pensa sul da fare, la città di Sagunto viene espugnata dai nemici. E questa volta non è Sagunto ma Palermo. Povera la nostra Palermo”. L’omelia rappresentò un atto di accusa contro i ritardi della politica nel fornire a Dalla Chiesa i poteri speciali promessi. Alla cerimonia parteciparono il Presidente della Repubblica Pertini, il Presidente del Consiglio Spadolini, i ministri e le più alte cariche dello Stato, ma l’atmosfera fu tesa per la rabbia popolare contro la classe politica. Pochi giorni dopo l’assassinio, il Governo Spadolini emanò il decreto-legge che istituiva l’Alto Commissario per la lotta alla mafia e il Parlamento varò la legge “Rognoni-La Torre” che introdusse il reato di associazione mafiosa.

Leggi anche La Primavera di Praga: dalla protesta all’invasione Sovietica

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