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Pesce d’Aprile: Tradizione e Origini dell’usanza del primo aprile

Pesce d'Aprile
Pesce d'Aprile

Il Pesce d’Aprile rappresenta una delle tradizioni più divertenti e diffuse a livello mondiale, un giorno in cui scherzi, burle e inganni innocenti diventano protagonisti. Questa ricorrenza ha radici antiche ma continua a rinnovarsi e adattarsi ai tempi moderni, mantenendo intatto il suo spirito goliardico e spensierato.

Cos’è il Pesce d’Aprile e perché si chiama così

Il Pesce d’Aprile è la giornata degli scherzi per eccellenza, celebrata il 1° aprile in molti paesi del mondo. In questa data, è consuetudine organizzare burle e inganni innocenti ai danni di amici, familiari e conoscenti. Il nome deriva probabilmente dalla tradizione francese del “poisson d’avril”, che consiste nell’attaccare un pesce di carta sulla schiena di una persona ignara, per poi rivelarle lo scherzo tra risate generali. La scelta del pesce come simbolo non è casuale: questo animale “abbocca facilmente all’amo”, proprio come chi cade vittima degli scherzi. Altre teorie collegano questa simbologia alla stagione primaverile della pesca o al segno zodiacale dei Pesci, che cade proprio tra febbraio e marzo5. Con il passare del tempo, la tradizione si è evoluta, mantenendo però sempre lo stesso spirito ludico. Da semplici scherzi verbali si è passati a elaborate messinscene, fino alle moderne burle digitali sui social network, dove anche marchi e aziende partecipano con campagne pubblicitarie ironiche.

Le origini storiche della tradizione

Le origini del Pesce d’Aprile sono avvolte nel mistero, con diverse teorie che si contendono la paternità di questa usanza. La spiegazione più accreditata colloca la nascita della tradizione nella Francia del XVI secolo. Nel 1582, il re Carlo IX adottò il calendario gregoriano, spostando l’inizio dell’anno nuovo dal periodo 25 marzo-1 aprile al 1° gennaio. Molti sudditi, per spirito di rivalsa o semplice resistenza al cambiamento, continuarono a scambiarsi doni e a festeggiare come fosse Capodanno, spesso regalandosi pacchi vuoti o contenenti solo un foglietto con la scritta “poisson d’Avril”. Altre teorie fanno risalire questa usanza all’antica Roma, quando dopo le Idi di Marzo si organizzavano feste in onore della dea Cibele, durante le quali era comune ingannare scherzosamente gli amici. Esiste anche una suggestiva leggenda che coinvolge Marco Antonio e Cleopatra: durante una sfida di pesca, il condottiero romano avrebbe tentato di barare facendo attaccare pesci al suo amo da uno schiavo, ma la regina d’Egitto, scoperto l’inganno, lo avrebbe smascherato sostituendo la preda con un pesce finto.

La diffusione nel mondo

Il Pesce d’Aprile ha varcato i confini nazionali, diventando una tradizione globale celebrata in modi diversi ma con lo stesso spirito. Da più di 500 anni, questo giorno rappresenta un appuntamento importante per i burloni di mezzo mondo. La ricorrenza è festeggiata in quasi tutti i Paesi europei e in nazioni come Stati Uniti, Brasile e Australia. Nei paesi anglofoni è conosciuta come “April Fool’s Day” (Giorno degli scemi d’aprile), mentre in Scozia prende il nome di “Gowkie Day” (da “gowk”, cuculo). Proprio in Scozia è nato il celebre scherzo di attaccare sulla schiena dei malcapitati un bigliettino con la scritta “kick me” (dammi un calcio). In alcuni paesi, tradizioni simili esistono ma vengono celebrate in date diverse: in Messico gli scherzi si fanno il 28 dicembre, mentre in India il 31 marzo. Questa diffusione mondiale testimonia come il bisogno di un momento di leggerezza e divertimento collettivo sia universale e trascenda le differenze culturali, trovando espressione in forme diverse ma con lo stesso intento.

Il Pesce d’Aprile in Italia: storia e tradizioni

In Italia, la tradizione del Pesce d’Aprile si diffuse relativamente tardi rispetto ad altri paesi europei. L’usanza di farsi scherzi e raccontarsi bugie impunemente il 1° aprile risale al periodo compreso tra il 1860 e il 1880. Genova, grazie alla sua posizione strategica come porto commerciale e agli intensi scambi con la Francia, fu probabilmente la prima città italiana ad adottare questa tradizione. La “Superba” fece propria l’usanza in seguito allo sbarco di marinai francesi, che esportarono questa consuetudine goliardica nel nostro paese. Tra i pesci d’aprile più celebri in Italia si ricorda quello del 1961, quando il quotidiano “La notte” annunciò che a Milano sarebbe entrato in vigore l’obbligo di targhe per tutti i cavalli. Un altro famoso scherzo, benché organizzato in Inghilterra nel 1957, riguardava proprio un elemento della cultura italiana: la BBC mandò in onda un documentario su una presunta vasta fioritura di spaghetti. Oggi in Italia la tradizione continua, coinvolgendo sia adulti che bambini, con scherzi che vanno dal classico pesce di carta attaccato sulla schiena a più elaborate burle digitali sui social media. Il Pesce d’Aprile rappresenta un momento di spensieratezza collettiva che attraversa culture e generazioni. Nonostante le sue origini incerte, questa tradizione ha saputo evolversi e adattarsi ai cambiamenti della società, mantenendo intatto il suo spirito giocoso. In un’epoca dominata dalla tecnologia e dai social network, il bisogno di ridere insieme e prendersi meno sul serio trova ancora espressione in questa antica usanza. Che si tratti di uno scherzo analogico come il pesce di carta sulla schiena o di una sofisticata burla digitale, il Pesce d’Aprile continua a ricordarci l’importanza del gioco e dell’umorismo nella nostra vita quotidiana.

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