“Torna a Surriento” è una delle canzoni napoletane più celebri al mondo, composta nel 1894 dai fratelli Ernesto e Giambattista De Curtis. Ernesto si occupò della composizione musicale mentre Giambattista scrisse il testo poetico in dialetto napoletano. La canzone fu ufficialmente pubblicata con diritti d’autore nel 1905 dall’Edizione Bideri, anche se una prima registrazione era già avvenuta nel 1904. Esistono due versioni sulla genesi del brano. La prima, più romantica, racconta che Ernesto De Curtis trasse ispirazione per il ritornello dal canto di un usignolo mentre si trovava ospite del fratello presso l’Hotel Tramontano a Sorrento. L’usignolo riproduceva le prime cinque note del celebre ritornello. La seconda versione, più pragmatica, collega la canzone a una visita ufficiale del Presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli il 15 settembre 1902. In questa occasione, Guglielmo Tramontano, sindaco di Sorrento e proprietario dell’omonimo hotel, avrebbe chiesto ai fratelli De Curtis di creare un brano per omaggiare l’illustre ospite, sperando di ottenere opere pubbliche necessarie alla città, tra cui una rete fognaria.
Torna a Surriento: Il Testo e i Suoi Echi Romantici
Il testo di “Torna a Surriento” è un capolavoro di romanticismo che evoca potentemente la bellezza del paesaggio sorrentino attraverso immagini cariche di nostalgia e passione. Il brano si apre con i celebri versi: “Vide ‘o mare quant’è bello! Spira tantu sentimento” (Guarda il mare quanto è bello! Spira tanto sentimento), immediatamente seguiti da un paragone tra la bellezza naturale e quella dell’amata. La canzone crea scenari romantici attraverso diversi elementi simbolici. Il mare di Sorrento viene descritto come un “tesoro” che custodisce ricchezze nascoste nelle sue profondità. Particolarmente significativo è il riferimento alle sirene: “Guarda attuorno sti sserene, ca te guardano ‘ncantate e te vonno tantu bene… Te vulissero vasà” (Guarda intorno queste sirene, che ti guardano incantate e ti vogliono tanto bene… Ti vorrebbero baciare). Questo richiamo mitologico alle sirene omeriche, legate proprio al Golfo di Napoli nella tradizione classica, trasforma Sorrento in un luogo magico dove realtà e leggenda si fondono. Il giardino con i profumi degli aranci rappresenta un altro elemento sensoriale fondamentale: “Siente, siè, sti sciure arance: nu profumo accussi fino dint’o core se ne va” (Senti questi fiori d’arancio: un profumo così fino che va dritto al cuore). L’intero testo è costruito come una supplica d’amore che utilizza la bellezza del paesaggio per trattenere la persona amata: “Ma nun me lassà, nun darme stu turmiento! Torna a Surriento, famme campà!” (Ma non lasciarmi, non darmi questo tormento! Torna a Sorrento, fammi vivere!).
Il Contesto Musicale dell’Epoca
La fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento rappresentano l’epoca d’oro della canzone napoletana classica. Questo periodo, che va dagli inizi dell’Ottocento all’immediato secondo dopoguerra, vide fiorire una straordinaria produzione artistica che rese la canzone napoletana famosa in tutto il mondo. Il contesto musicale di quegli anni era caratterizzato dalla transizione dalla canzone popolare di tradizione orale alla canzone d’autore moderna. Il movimento trovò un momento di grande visibilità nella Festa di Piedigrotta, celebrazione annuale che si teneva l’8 settembre e che divenne l’occasione ideale per presentare i nuovi brani. La festa, che si svolgeva presso la grotta di Posillipo, vedeva i cantanti sfidarsi nell’esecuzione delle nuove composizioni, con il pubblico che decretava la canzone dell’anno. La scuola musicale napoletana del Settecento, fondata da Alessandro Scarlatti, aveva già posto le basi per questo sviluppo, introducendo importanti esponenti come Domenico Cimarosa, Francesco Durante e Nicola Porpora. Nel corso dell’Ottocento, l’evoluzione musicale fu accompagnata dalla nascita delle prime case editrici, che ebbero il merito di conservare e diffondere un patrimonio che altrimenti sarebbe andato perduto. I Grandi Interpreti: Dall’Opera Lirica al Successo Internazionale “Torna a Surriento” ha avuto una straordinaria fortuna interpretativa che abbraccia oltre un secolo di storia musicale. Tra i primi grandi interpreti vanno ricordati i leggendari tenori dell’opera italiana: Enrico Caruso, Tito Schipa e Beniamino Gigli. Questi tre artisti, considerati i pilastri del belcanto della prima metà del Novecento, contribuirono a diffondere la canzone napoletana ben oltre i confini italiani. Enrico Caruso (1873-1921), con la sua voce potente e drammatica, fu tra i primi a portare “Torna a Surriento” sui palcoscenici internazionali. Tito Schipa (1888-1965), celebre per la sua voce cristallina e la tecnica impeccabile, offrì interpretazioni raffinate che evidenziavano la bellezza melodica del brano. Beniamino Gigli (1890-1957), noto per il calore e la ricchezza timbrica della sua voce, diede alla canzone interpretazioni cariche di emotività e passione. Il successo internazionale raggiunse l’apice quando la canzone attraversò l’Atlantico. Elvis Presley la riadattò nel 1961 con il titolo “Surrender”, raggiungendo la prima posizione nella Billboard Hot 100 per due settimane consecutive e dominando le classifiche anche nel Regno Unito, in Belgio e in altri paesi europei. Altri grandi artisti internazionali che l’hanno interpretata includono Frank Sinatra, Dean Martin, Mario Lanza e più recentemente cantanti lirici come Luciano Pavarotti, Plácido Domingo e José Carreras. La versatilità del brano ha permesso interpretazioni in stili diversi: dal rock di Robert Plant alle esecuzioni classiche di Andrea Bocelli, dalla tradizione italiana di Roberto Murolo alle interpretazioni internazionali contemporanee. Questa capacità di adattarsi a generi e sensibilità diverse testimonia la forza universale del messaggio emotivo contenuto nella composizione dei fratelli De Curtis. La canzone rappresenta così non solo un capolavoro della tradizione musicale napoletana, ma un ponte culturale che ha saputo unire la specificità del dialetto e del paesaggio sorrentino con sentimenti universali di amore, nostalgia e bellezza, conquistando interpreti e pubblico in ogni angolo del mondo.
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