Abbiamo intervistato Simone Venturini, assessore al turismo del comune di Venezia che ci ha aiutato a conoscere meglio il carnevale, le maschere e gli eventi di della città di Venezia
Ricorre il 300° anniversario della nascita di Giacomo Casanova, grande seduttore e matematico e Venezia gli dedica il carnevale “Il tempo di Casanova”. Cosa ci può anticipare?
Sarà un evento legato molto alla leggenda e all’aura che Casanova ha intorno. Un’aura di grande seduttore con tutta la sua storia. Sarà anche l’occasione per organizzare poi le feste nei palazzi e negli spazi dedicati agli eventi, per mascherarsi e far sì che le maschere siano le vere protagoniste. La maschera del grande seduttore, il mistero della maschera, sono tutti concetti associati nell’immaginario popolare alla leggenda e agli anni di Casanova. S i tratta di un carnevale trasversale per le classi sociali e per le preferenze della gente.
Giacomo Casanova era anche un valente matematico ma tutti lo ricordano come seduttore. Come se lo spiega?
Perché è molto più pop. Il tema dell’amore piace alla letteratura, agli scrittori, a chi ci romanza e a chi legge. È soprattutto un tema ricorrente nella tradizione popolare. Pensiamo a Romeo e Giulietta, ma anche a Paolo e Francesca. Il tema dell’amore è sempre stato ricorrente.
Esistono varie maschere veneziane, Tabarro, Moretta, Gnaga. Incuriosisce molto la Bauta maschera bianca a forma di muso di cane con lo scialle di pizzo. Cosa può dire a riguardo?
È una maschera particolarmente semplice. Lo scopo è semplicemente occultare la fisionomia delle persone che lo indossavano mescolando le classi sociali che c’erano in città. La Bauta era accompagnata dal mantello. Col mantello e la maschera era impossibile riconoscere chiunque e tutte le persone erano uguali. Lo scopo non era tanto manifestare la bellezza della maschera quanto annullare tutte le differenze e diventare irriconoscibili.
Il Tabarro è anche nel film Eyes Wide Shut?
Nel film in questione c’è anche Casanova come tema perché oltre al mascheramento c’è la seduzione.
Il carnevale accresce o modera le differenze sociali?
Nella storia il carnevale nasceva con l’idea di fare in modo che il ricco camminasse, non riconoscibile, nei quartieri popolari e viceversa. La maschera sostanzialmente rende tutti uguali. Una volta l’anno tutti diventavano uguali. Però a causa della Venezia ricca, quella dei palazzi, questa funzione sociale era stata persa e solo verso il Novecento è diventato di nuovo il carnevale del popolo, dei bambini, degli studenti. Adesso questa caratteristica si è un po’ persa in Italia ma anche a Venezia perché siamo meno portati a partecipare ad eventi pubblici su strada.
Qualche notizia sull’angelo del campanile?
Dal periodo covid non facciamo più il volo dell’angelo. Abbiamo interrotto questa tradizione perché è una tradizione che comportava per Venezia un carico di stress notevole. Pensi che solo per quel giorno tantissimi turisti giornalieri affollavano San Marco creando un problema di forte stress alla città con un picco in quelle 2-3 ore. Riteniamo che sia anche cambiata la sensibilità intorno al turismo, intorno a Venezia e quindi il nostro è un turismo meno di massa. Questo passa anche attraverso alcune scelte che possono sembrare impopolari ma c’è un carnevale diffuso con una grande attività internazionale con tanti eventi in tutta la città.
È previsto un contingentamento degli accessi?
Il carnevale diffuso è aperto a tutti con sfilate dei carri in terraferma e nelle isole. Non avendo più i grandi eventi di massa non è necessario prevedere un contingentamento mentre per quanto riguarda gli eventi all’Arsenale è semplicemente necessaria la prenotazione e l’acquisto del ticket.
Venezia si identifica meglio con il carnevale o con altri eventi come ad esempio la Biennale, la Mostra del Cinema, il ponte di Rialto e il campanile di San Marco?
Il carnevale è sicuramente una delle più importanti cartoline di Venezia ma ogni pubblico ha la sua immagine preferita. È chiaro che l’immagine del Ponte di Rialto e di San Marco è l’immagine più evocativa e più conosciuta di Venezia. La Mostra del Cinema parla a un pubblico diverso. La Biennale d’arte contemporanea ha ancora un pubblico colto, specializzato mentre il carnevale parla a tutti.
C’è un libro dello storico Peter Burke del 1974 “Venezia e Amsterdam” nel quale Venezia è comparata ad Amsterdam. Dal testo si evince che Venezia aveva una élite maggiormente imperniata sulla nobiltà e sulla finanza con meno mobilità sociale e una ricchezza complessiva maggiore. Inoltre Venezia è stata all’epoca di Paolo Sarpi e del Doge Francesco Contarini l’unica repubblica davvero indipendente dalla Spagna. Come quel periodo ha influenzato i modi di vivere dei cittadini veneziani oggi?
La Repubblica di Venezia è durata secoli. Già la nascita in una laguna paludosa che poi l’ha vista prosperare è una grande immagine della conquista del mare. L’arrivo della ricchezza a Venezia ha portato a uno scontro sia con il l’Oriente sia con i grandi imperi europei. Venezia ha vissuto a pieno la sua difficoltà di essere una repubblica molto piccola che aveva qualche base navale in giro per il Mediterraneo. Ha dovuto fronteggiare grandi imperi. Sicuramente Venezia è una città che ha una grandissima storia e i veneziani sono orgogliosi di portarla sulle loro spalle. Pensi alle grandi arti come la fabbricazione del vetro di Murano, la Gondola, la cantieristica. Tutto richiede una profonda dedizione In un mondo che purtroppo, spesso non ne apprezza la lentezza e la complessità.
Venezia è inimitabile nonostante sì cerchi di farlo a Stoccolma e a Las Vegas ma anche altrove?
È molto evocativa. Venezia è una città unica nel suo genere.
Mesi fa è stato ritrovato a Piazza San Marco il resto di una tomba con numerosi corpi. Cosa ci può dire in proposito di questi e altri ritrovamenti?
Tutta la zona della Basilica è una continua stratificazione di epoche e recentemente abbiamo scoperto la pavimentazione della piazza. C’è di tutto lì sotto. Persino delle fondamenta di pianta quadrata che lasciano presupporre l’esistenza di una torre. Anche la stessa Basilica, anno dopo anno, ha avuto varie epoche.
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