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Italia-Germania 4-3: La Partita del Secolo di Messico ’70

La partita del secolo
La partita del secolo

Il 17 giugno 1970, allo stadio Azteca di Città del Messico, si consumò uno degli incontri più memorabili della storia del calcio mondiale. La semifinale tra Italia e Germania Ovest, terminata 4-3 per gli azzurri dopo i tempi supplementari, è passata alla storia come la “Partita del Secolo”. Quella notte messicana non fu solo un match di calcio, ma un evento che segnò profondamente la cultura italiana e rimase impresso nella memoria collettiva di un’intera generazione.

L’Italia: Tra Polemiche e Difficoltà

La Nazionale italiana guidata dal commissario tecnico Ferruccio Valcareggi arrivò alla semifinale con non poche difficoltà24. Gli azzurri, campioni d’Europa in carica, erano reduci dalla figuraccia del Mondiale inglese del 1966, quando furono eliminati dalla modesta Corea del Nord. Nel Gruppo 2 del Mondiale messicano, l’Italia mostrò un gioco poco convincente durante la fase a gironi con una vittoria e due pareggi. A tenere banco era soprattutto il dualismo tra Gianni Rivera e Sandro Mazzola, la questione della “staffetta” tra l’interista e il milanista, Pallone d’oro 1969, minava la tranquillità della squadra. Valcareggi decise di utilizzare entrambi alternandoli: il primo tempo a Mazzola, il secondo a Rivera. La svolta arrivò nei quarti di finale contro il Messico padrone di casa, quando l’Italia si scatenò vincendo 4-1 a Toluca e mostrando finalmente il suo potenziale.

La Germania Ovest: I Favoriti

La Germania Ovest di Helmut Schön si presentava alla semifinale da grande favorita. I tedeschi avevano dominato il proprio girone e si erano qualificati con una prestazione straordinaria. Nel Gruppo 4, la Germania mostrò la sua forza con prestazioni convincenti vincendo a pieni punti il suo girone. Nei quarti di finale, i tedeschi compirono un’impresa notevole ribaltando lo 0-2 con cui l’Inghilterra campione in carica conduceva fino a venti minuti dalla fine. Il 3-2 maturato al termine dei tempi supplementari fu anche la prima vittoria in assoluto dei tedeschi sui maestri d’oltremanica. La squadra poteva vantare interpreti di prim’ordine come Franz Beckenbauer, Uwe Seeler e soprattutto Gerd Müller, autore di 8 gol in sole 4 partite disputate fino a quel momento.

La Partita del Secolo

La partita ebbe inizio alle ore 16:00 locali (mezzanotte in Italia) sotto la direzione dell’arbitro messicano Arturo Yamasaki, a circa 2.200 metri d’altitudine in condizioni climatiche difficili. La temperatura percepita sul campo raggiungeva i 50 gradi con un’umidità altissima. L’Italia passò in vantaggio dopo soli 8 minuti con un magnifico tiro di sinistro dal limite dell’area di Roberto Boninsegna. Per gran parte della partita, gli azzurri riuscirono a mantenere il vantaggio nonostante la pressione tedesca nel secondo tempo. Quando ormai la partita sembrava finita, nei minuti di recupero la Germania trovò il pareggio con Karl-Heinz Schnellinger al 90°, con un recupero definito “clamoroso” per quei tempi. Il risultato di 1-1 portò la sfida ai tempi supplementari.

I tempi supplementari entrarono nella leggenda per la straordinaria densità di emozioni e continui ribaltamenti di risultato:

  • 94°: Gerd Müller porta in vantaggio la Germania (2-1)
  • 98°: Tarcisio Burgnich pareggia su assist di Rivera (2-2)
  • 104°: Luigi Riva segna il gol del 3-2 per l’Italia con la sua tipica rasoiata mancina
  • 110°: Müller pareggia ancora con un colpo di testa, la palla si infila tra Rivera e il palo (3-3)
  • 111°: Gianni Rivera segna il gol decisivo del 4-3 con un elegante piatto destro

Il gol di Rivera arrivò dopo un’azione corale di undici passaggi, con il “Golden Boy” che ricevette la palla servita rasoterra all’indietro da Boninsegna e superò con freddezza il portiere Sepp Maier.

Perché “La Partita del Secolo”

Il termine “Partita del Secolo” non fu coniato immediatamente, ma si consolidò nel tempo. Lo stesso stadio Azteca ha voluto commemorare l’evento con una targa che recita: “El Estadio Azteca rinde homenaje a las selecciones de Italia (4) y Alemania (3) protagonistas, en el Mundial de 1970, del ‘Partido del Siglo’. 17 de junio de 1970”.

Diversi fattori contribuirono a questa definizione:

L’intensità della partita: Nonostante le critiche tecniche di alcuni giornalisti come Gianni Brera, l’incontro fu caratterizzato da continui cambi di risultato e da un’emozione crescente che raggiunse l’apice nei tempi supplementari.

La qualità dei protagonisti: In campo c’erano alcuni dei migliori giocatori dell’epoca, da Facchetti, Mazzola, Riva e Rivera per l’Italia, a Beckenbauer, Seeler e Müller per la Germania.

Il contesto storico: La Seconda Guerra Mondiale era terminata solo 25 anni prima, nel 1945, e per molti italiani questa vittoria rappresentava una sorta di riscatto contro la Germania.

La partita assunse ben presto dimensioni che andavano oltre il mero aspetto sportivo. Come sottolineato dal sociologo Nando Dalla Chiesa, “questa partita è diventata un punto di riferimento del Novecento italiano non solo nello sport”.

L’unità nazionale: In un’Italia divisa tra Nord e Sud, destra e sinistra, con una profonda crisi economica, politica e sociale, quella vittoria riuscì per una notte a unire tutto il Paese. Per la prima volta nel dopoguerra, gli italiani si sentirono davvero uniti nel festeggiare.

Il riscatto antitedesco: La vittoria rappresentò una forma di rivalsa psicologica contro la Germania, paese che molti italiani ancora associavano ai drammi della guerra.

La prima volta in finale dopo 32 anni: L’Italia tornava in finale di un Mondiale dopo 32 anni, dal 1938. Questo rese la vittoria ancora più significativa per tutto il movimento calcistico nazionale.

L’Eredità nella Storia del Calcio

La “Partita del Secolo” ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del calcio per diverse ragioni:

Modello di spettacolo: L’incontro è ancora oggi considerato un esempio di come il calcio possa regalare emozioni pure, andando oltre gli schemi tattici e le strategie. La partita dimostrò che nel calcio “tutto può succedere” fino all’ultimo minuto.

La rivalità Italia-Germania: Quella semifinale inaugurò una delle rivalità più affascinanti del calcio internazionale. Ogni successivo incontro tra le due nazionali ha riportato alla memoria quella notte messicana, creando un’aspettativa e una tensione particolare.

Momento generazionale: La partita segnò profondamente una generazione di italiani, diventando un punto di riferimento culturale che va oltre lo sport. Chi c’era quella notte non l’ha mai dimenticata, e chi non c’era se l’è sentita raccontare infinite volte.

L’epopea della staffetta: Il dualismo Rivera-Mazzola e la soluzione della “staffetta” ideata da Valcareggi divennero parte integrante del mito. Ironicamente, Rivera, criticato per un errore difensivo sul 3-3, si riscattò immediatamente segnando il gol della vittoria.

Un Patrimonio Culturale

Cinquantacinque anni dopo, Italia-Germania 4-3 continua a essere citata come esempio di partita perfetta. È stata oggetto di libri, documentari, film (come “Italia-Germania 4-3” del 1990) e canzoni, entrando definitivamente nella cultura di massa italiana. La partita rappresenta ancora oggi un simbolo di speranza e di riscatto, un momento in cui “gettare il cuore oltre l’ostacolo” ha portato a un risultato straordinario. Come scrisse Gualtiero Zanetti sulla Gazzetta dello Sport il 19 giugno 1970: “Partite del genere se ne vedono al massimo due in una generazione di calciatori”. Quella notte messicana rimane così un patrimonio indelebile del calcio mondiale, un momento in cui lo sport ha saputo toccare le corde più profonde dell’animo umano, trasformando una partita di calcio in un evento che ha segnato la storia di una nazione.

Leggi anche Il Mondiale Italia 90 iniziava l’8 giugno 1990

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