La SSC Napoli fu fondata il 1 agosto 1926, da allora la squadra è stata uno dei punti di riferimento della città attraverso i campionati del ventennio fascista, del dopoguerra e degli anni del miracolo economico. I successi e le delusioni hanno regalato alla città e ai tifosi dei momenti indimenticabili senza risparmiare connessioni tra le vittorie calcistiche e le interconnessioni sociali. L’epoca d’oro, quella che ha visto protagonista Diego Armando Maradona è stata un turbinio di messaggi sociologici e sociali ancora prima che sportivi. La vittoria degli scudetti, la partita del 3 novembre 1985 e le altre dovute alla fantasia del campione argentino, hanno rappresentato per anni per Napoli e i tifosi, l’unica magra ma vistosa occasione di riscatto sociale nei confronti dell’Italia e dell’Europa che avevano relegato, per troppi anni, la città partenopea ai margini della vita economica, politica e sociale del tempo.
SSC Napoli: I Primi Anni: La Fondazione e le Origini (1926-1945)
Il 1 agosto 1926 segna la nascita ufficiale dell’Associazione Calcio Napoli, fondata dall’industriale napoletano Giorgio Ascarelli attraverso una modifica statutaria del Foot-Ball Club Internazionale-Naples (Internaples). La decisione di cambiare nome non fu casuale: il regime fascista aveva trovato sgradito il termine “Internazionale” che ricordava l’Internazionale Comunista, mentre “Naples” risultava troppo straniero. Il club ottenne immediatamente l’affiliazione alla Divisione Nazionale, primo sodalizio del Centro-Sud insieme alle squadre romane. I primi anni furono caratterizzati da enormi difficoltà: due retrocessioni consecutive e uno spareggio salvezza, ma la FIGC accordò sempre la riammissione per premiare gli sforzi del club nel colmare il divario con le società settentrionali. La vera svolta arrivò negli anni ’30 con l’allenatore inglese William Garbutt e giocatori come Antonio Vojak e Attila Sallustro, primo idolo dei tifosi partenopei. Il Napoli raggiunse due consecutivi terzi posti (1932-33 e 1933-34) e si qualificò per la prestigiosa Coppa Mitropa.
Il Dopoguerra e la Ricostruzione (1945-1984)
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il Napoli vinse il Girone Misto Centro-Sud della Divisione Nazionale 1945-1946, riconquistando la Serie A. Gli anni ’50 furono caratterizzati dall’arrivo del comandante Achille Lauro e dall’apertura dello Stadio San Paolo nel 1959. Il primo trofeo della storia arrivò nel 1962: la Coppa Italia conquistata dalla Serie B, impresa unica nel calcio italiano insieme al Vado. Sotto la guida di Bruno Pesaola, il Napoli divenne l’unica squadra a vincere la Coppa Italia non militando in massima serie, battendo la SPAL 2-1 in finale. Nel 1969 iniziò l’era Corrado Ferlaino, la presidenza più longeva e vincente della storia partenopea. Nel 1976 arrivò la seconda Coppa Italia, battendo il Verona 4-0 in finale con doppietta di Giuseppe Savoldi. Gli anni ’70 e primi ’80 videro il Napoli sfiorare ripetutamente lo scudetto, preparando il terreno per l’arrivo del più grande campione della storia.
L’Era Maradona: Dalla Divinità al Trionfo (1984-1991)
Giovedì 5 luglio 1984 rappresenta una data storica per Napoli. Diego Armando Maradona venne presentato allo Stadio San Paolo davanti a 70.000 spettatori che pagarono mille lire simboliche per vedere il nuovo messia del calcio. L’acquisto costò 13 miliardi di lire, cifra record per l’epoca. Maradona non fu solo un calciatore straordinario, ma divenne un’icona e un simbolo di riscatto per una città che lottava contro i pregiudizi del Nord. Nel 1987 arrivò il primo storico scudetto, conquistato il 10 maggio con un pareggio 1-1 contro la Fiorentina. Fu il primo tricolore vinto da una squadra del Meridione continentale. Il Napoli completò la doppietta vincendo anche la Coppa Italia 1987, battendo l’Atalanta in finale. Nel 1989 conquistò la Coppa UEFA, unico trofeo europeo ufficiale della sua storia, superando lo Stoccarda in finale (2-1 a Napoli, 3-3 in Germania). Il secondo scudetto arrivò nel 1990, in un emozionante testa a testa con il Milan di Sacchi e Berlusconi, vincendo la competizione contro quella che era probabilmente la più forte squadra del mondo. L’epoca Maradona regalò a Napoli non solo trofei, ma un’identità calcistica e culturale che trasformò la città in una capitale del calcio mondiale.
I Due Scudetti e i Trofei Europei
Il palmares dell’era Maradona è impressionante: due scudetti (1987, 1990), una Coppa UEFA (1989), due Coppe Italia (1987, oltre a quella del 1976), e una Supercoppa Italiana (1990). La Coppa UEFA del 1989 resta l’unico trofeo europeo ufficiale nella storia del club, conquistato dopo un cammino straordinario che vide il Napoli superare avversari del calibro della Juventus ai quarti di finale.
Il Periodo Buio: Retrocessione e Fallimento (1991-2004)
La partenza di Maradona nel 1991 segnò l’inizio di un declino inarrestabile. Gli anni ’90 furono caratterizzati da difficoltà economiche e sportive crescenti. La situazione precipitò definitivamente nel 2001 con la retrocessione in Serie B, causata anche da episodi controversi come il caso Parma-Verona. Il 2004 rappresentò l’anno più buio: il fallimento della SSC Napoli e la retrocessione d’ufficio in Serie C. Il club storico cessò di esistere, lasciando una città intera senza la sua squadra del cuore.
La Rifondazione e l’Era De Laurentiis (2004-oggi)
Il 6 settembre 2004 segnò una nuova rinascita. Aurelio De Laurentiis, produttore cinematografico, rilevò il titolo sportivo per circa 31 milioni di euro, fondando la “Napoli Soccer”. La scalata fu graduale ma inesorabile: Serie C1 nel 2004-05, Serie B nel 2006-07, e finalmente il ritorno in Serie A nel 2007. L’era De Laurentiis si caratterizzò per una gestione oculata e investimenti mirati. Arrivarono allenatori di prestigio come Walter Mazzarri, che nel 2012 conquistò la prima Coppa Italia post-Maradona battendo la Juventus. Seguì l’era Maurizio Sarri con il suo calcio spettacolare che sfiorò lo scudetto con 91 punti.
Il Napoli di nuovo Campione d’Italia
Nel 2023, dopo 33 anni di attesa, arrivò il terzo scudetto sotto la guida di Luciano Spalletti. La squadra, trascinata da Victor Osimhen e Khvicha Kvaratskhelia, dominò il campionato con 16 punti di vantaggio sulla seconda. Nel 2025, il Napoli conquista il quarto scudetto con Antonio Conte in panchina. Dopo una stagione disastrosa post-scudetto, Conte ha ricostruito una squadra vincente, dimostrando che il Napoli è diventato una realtà consolidata del calcio italiano. Oggi il Napoli può vantare un palmares di quattro scudetti, sei Coppe Italia, due Supercoppe Italiane e una Coppa UEFA, rappresentando la squadra del Meridione più titolata a livello nazionale e internazionale. L’era De Laurentiis ha trasformato il club in una società moderna e competitiva, capace di competere stabilmente ai massimi livelli del calcio europeo.
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