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Il 3 settembre 1943 fu firmato l’Armistizio di Cassibile: iniziava la Resistenza

Firma dell'Armistizio di Cassibile
Firma dell'Armistizio di Cassibile

Il 1943 fu un anno decisivo della Seconda Guerra Mondiale per l’Italia. La situazione militare diventa drammatica dopo la sconfitta in Africa, culminata con la capitolazione definitiva delle truppe italo-tedesche nel maggio del 1943. Il 10 luglio gli Alleati sbarcano in Sicilia con l’Operazione Husky, aprendo un nuovo fronte direttamente sul territorio italiano. I bombardamenti si intensificano: il 19 luglio Roma subisce il primo devastante attacco aereo sui quartieri di San Lorenzo e Prenestino, causando circa 1.500 morti. Questi eventi, insieme agli imponenti scioperi del marzo 1943, scuotono profondamente il regime fascista e i suoi vertici. Il 24-25 luglio 1943, durante la drammatica riunione del Gran Consiglio del Fascismo, Dino Grandi presenta un ordine del giorno che esautora Mussolini dalle sue funzioni. Con 19 voti favorevoli, 8 contrari e 1 astenuto, il regime fascista crolla dopo ventuno anni. Il re Vittorio Emanuele III arresta immediatamente Mussolini e nomina Pietro Badoglio capo del governo.

Armistizio di Cassibile: Gli Stati e i Funzionari Firmatari

L’armistizio di Cassibile, noto anche come “armistizio corto”, fu firmato il 3 settembre 1943 alle ore 17:15.

Per l’Italia: Il generale Giuseppe Castellano, che agiva per delega del maresciallo Pietro Badoglio alla guida dell’esecutivo. Castellano era un brillante ufficiale di stato maggiore, il più giovane generale dell’esercito italiano, stretto collaboratore del generale Ambrosio.

Per gli Alleati: Il generale statunitense Walter Bedell Smith, che firmava a nome del comandante supremo delle forze alleate, il generale Dwight D. Eisenhower. Smith, futuro direttore della CIA nel 1950, era il principale collaboratore di Eisenhower.

Presenti alla cerimonia c’erano anche il commodoro Royer Mylius Dick della Royal Navy, capo di stato maggiore dell’ammiraglio Andrew Cunningham, e i ministri Harold Macmillan (britannico) e Robert Murphy (americano).

Il Luogo della Firma

L’armistizio fu sottoscritto nella frazione siracusana di Cassibile, in contrada Santa Teresa Longarini, presso la tenuta San Michele. La cerimonia si svolse sotto una tenda della mensa ufficiali dello Stato Maggiore americano, circondata dagli ulivi della località Vignazze. Il generale Castellano ricorda nelle sue memorie: “Eisenhower, in fondo alla tenda, al mio saluto, risponde con un cenno della testa… Smith mi presenta tre copie dell’armistizio… Funzione brevissima… Sono le 17:15 del 3 settembre 1943”.

Gli Effetti dell’Armistizio

L’armistizio prevedeva sostanzialmente una resa incondizionata dell’Italia. Le clausole principali stabilivano che l’Italia doveva cessare immediatamente ogni ostilità contro le forze anglo-americane, liberare tutti i prigionieri di guerra alleati e fornire agli Alleati l’uso del territorio italiano per le operazioni belliche contro la Germania. Tuttavia, gli effetti reali furono drammatici e inaspettati. L’esercito italiano, lasciato senza direttive precise, andò incontro a un completo sbandamento. Dei circa 3.500.000 uomini dell’esercito italiano, i tedeschi ne disarmarono circa un milione, deportandone una quota significativa. La Wehrmacht mise immediatamente in atto l’Operazione Achse, occupando gran parte della penisola italiana entro pochi giorni.

Perché la Resistenza Inizia l’8 Settembre

Benché l’armistizio fosse stato firmato il 3 settembre, rimase segreto per cinque giorni secondo una clausola che prevedeva l’entrata in vigore solo dal momento dell’annuncio pubblico. L’8 settembre 1943, alle ore 18:30 italiane, il generale Eisenhower annunciò l’armistizio tramite Radio Algeri. Poco dopo, alle 19:42, il maresciallo Badoglio confermò la notizia con il suo proclama trasmesso dall’EIAR. Il proclama di Badoglio conteneva una formulazione ambigua che avrebbe avuto conseguenze tragiche: “ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare… Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza”. Questa frase, volutamente poco chiara, lasciò nell’incertezza soldati e comandanti italiani. L’8 settembre divenne così il giorno simbolico dell’inizio della Resistenza italiana perché fu in questa data che:

  • L’armistizio divenne pubblico e operativo
  • I tedeschi attuarono immediatamente l’occupazione militare della penisola
  • Le forze armate italiane si trovarono abbandonate senza ordini chiari
  • Iniziarono i primi episodi di resistenza spontanea, come la battaglia di Porta San Paolo a Roma (9-10 settembre)
  • Si costituì il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) il 9 settembre

Lo Sbandamento e la Nascita della Resistenza

Il collasso dell’esercito italiano fu rapido e drammatico. In soli tre giorni (9-11 settembre), le forze armate si dissolsero quasi completamente. Circa 800.000 soldati italiani furono catturati dai tedeschi e diventarono Internati Militari Italiani (IMI). Di questi, solo 186.000 accettarono di collaborare con la Repubblica di Salò, mentre oltre 600.000 rifiutarono e furono deportati nei lager tedeschi, dove furono privati delle garanzie della Convenzione di Ginevra e utilizzati come manodopera coatta. Parallelamente allo sbandamento, nasceva però la Resistenza. Molti soldati “sbandati” si rifugiarono in montagna dando origine alle prime bande partigiane. Il movimento resistenziale si organizzò rapidamente, animato da forze politiche eterogenee unite dall’obiettivo comune di lotta contro il nazifascismo. L’armistizio di Cassibile rappresenta quindi uno spartiacque fondamentale: se il 3 settembre segnò formalmente la fine dell’alleanza con la Germania, l’8 settembre 1943 divenne il simbolo dell’inizio della guerra di liberazione italiana, con tutte le sue tragedie ma anche con la nascita di quella Resistenza che avrebbe contribuito alla rinascita democratica del paese.

Leggi anche Gaetano Bresci e il Regicidio di Umberto I il 29 Luglio 1900

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