Skip to content

Il 5 settembre 1972 l’attentato alle Olimpiadi di Monaco

Uno dei terroristi dell'attentato al villaggio olimpico a Monaco di Baviera nel 1972
Uno dei terroristi dell'attentato al villaggio olimpico a Monaco di Baviera nel 1972

La mattina del 5 settembre 1972, durante i Giochi della XX Olimpiade di Monaco di Baviera, otto terroristi palestinesi dell’organizzazione Settembre Nero fecero irruzione nel villaggio olimpico, dando inizio a una delle pagine più tragiche della storia delle Olimpiadi. L’attentato segnò il passaggio dei Giochi dalla loro immagine di “giochi della gioia” voluta dalla Germania per cancellare il ricordo del regime nazista, ai “giochi del terrore”.

La Dinamica dell’Attentato

Verso le 4:30 del mattino, i terroristi – vestiti con tute sportive e trasportando borse contenenti armi – scavalcarono la recinzione del villaggio olimpico, approfittando delle misure di sicurezza volutamente permissive che la Germania aveva adottato per trasmettere un’immagine di “rilassata serenità”. Ironicamente, furono aiutati da alcuni atleti canadesi che, credendo fossero altri atleti di ritorno da una serata in città, li assistettero nel superare la recinzione. Il commando si diresse verso la palazzina che ospitava la delegazione israeliana al 31 di Connollystrasse. Due atleti furono uccisi immediatamente: Moshe Weinberg, allenatore di lotta greco-romana di 33 anni, e Yossef Romano, che tentarono di opporre resistenza. Il corpo di Weinberg fu gettato dal balcone alle 5:08 come macabro segnale delle intenzioni dei terroristi. I terroristi presero in ostaggio nove membri della squadra olimpica israeliana, avanzando richieste precise: la liberazione di 234 detenuti dalle carceri israeliane e dei terroristi tedeschi della Rote Armee Fraktion Andreas Baader e Ulrike Meinhof.

Il Fallimento delle Forze di Sicurezza Tedesche

Le autorità tedesche commisero una serie di gravi errori tattici che compromisero ogni possibilità di salvare gli ostaggi. Il più eclatante fu un tentativo di irruzione dal tetto: le telecamere televisive ripresero in diretta i movimenti dei poliziotti, permettendo ai terroristi di seguire l’operazione sui televisori dell’appartamento e minacciare immediatamente di uccidere tutti gli ostaggi. Verso le 17:00, i terroristi accettarono di essere trasferiti al Cairo con tutti gli ostaggi. Le autorità tedesche organizzarono il trasporto con due elicotteri verso la base aerea di Fürstenfeldbruck, pianificando di attaccare i terroristi durante l’imbarco sull’aereo preparato per il viaggio. L’operazione fu catastroficamente mal preparata. Innanzitutto furono posizionati solo cinque cecchini, credendo erroneamente che i terroristi fossero cinque invece di otto. I tiratori non erano formati prettamente per situazioni di questo tipo e gli agenti travestiti da equipaggio abbandonarono l’aereo poco prima dell’arrivo dei terroristi. Infine mancavano mezzi blindati della polizia. Alle 22:30, quando gli elicotteri atterrarono a Fürstenfeldbruck, la situazione degenerò rapidamente. Poco prima delle 23 iniziò il primo scontro a fuoco. Quando i terroristi si accorsero che non c’era alcun aereo operativo per la fuga, iniziarono a sparare sugli ostaggi e a gettare granate nei due elicotteri. Il bilancio finale fu tragico: tutti e nove gli ostaggi israeliani furono uccisi, insieme a un poliziotto tedesco e cinque terroristi. Solo tre terroristi sopravvissero e furono catturati.

L’Operazione “Ira di Dio”: La Vendetta del Mossad

Dopo la tragedia di Monaco, la premier israeliana Golda Meir autorizzò nel 1972 una delle più controverse operazioni della storia del Mossad: l'”Operazione Ira di Dio” (in ebraico: Mivtza Za’am Ha’el), nota anche come “Operazione Baionetta“. L’obiettivo era uccidere tutti i soggetti ritenuti direttamente o indirettamente responsabili del massacro di Monaco. La decisione di Meir fu rafforzata quando, pochi mesi dopo Monaco, i tre terroristi sopravvissuti furono rilasciati dalla Germania Ovest in seguito al dirottamento di un aereo Lufthansa, alimentando persino il sospetto che l’intero dirottamento fosse una messinscena per liberarsi di future rappresaglie. Il Mossad, con la collaborazione di operativi dell’OLP che facevano il doppio gioco e informazioni fornite da servizi segreti europei “amici”, compilò una lista di “condannati a morte“. Il numero finale dei bersagli variava secondo le fonti tra 20 e 35 persone, in parte elementi di Settembre Nero, in parte dell’OLP.

La Rete Segreta “Kilowatt”

Documenti recentemente declassificati hanno rivelato che una coalizione segreta di 18 agenzie di intelligence occidentali fornì a Israele informazioni cruciali attraverso un sistema di comunicazione cifrata denominato “Kilowatt“, attivo dal 1971. Questo circuito coinvolgeva i servizi di Israele, Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania Ovest, Italia e Svizzera, che condivisero dettagli su spostamenti, basi logistiche, veicoli e identità di sospetti.

Gli Errori del Mossad: L’Affare Lillehammer

Il 21 luglio 1973, quasi un anno dopo Monaco, il Mossad commise quello che è considerato uno dei più grossolani errori nella storia dei servizi segreti. A Lillehammer, in Norvegia, una squadra di agenti israeliani uccise Ahmed Bouchikhi, un cameriere marocchino fratello del musicista Chico Bouchikhi (futuro fondatore dei Gipsy Kings), scambiandolo per il terrorista Ali Hassan Salameh. L’omicidio avvenne per strada sotto gli occhi della moglie di Bouchikhi. Sei agenti del Mossad, tra cui due donne, furono catturati dalle autorità norvegesi, mentre altri, compreso il capo Mike Harari, riuscirono a rifugiarsi in Israele. L’affare Lillehammer ebbe conseguenze devastanti per il Mossad: Cinque agenti furono condannati per omicidio e incarcerati poi rilasciati nel 1975 ma l’indignazione internazionale indusse Golda Meir a sospendere l’Operazione Ira di Dio. Inoltre le rivelazioni degli agenti catturati vanificarono molte risorse del Mossad in Europa compromettendo covi, agenti e metodi operativi costringendo il servizio segreto a rivedere completamente le modalità per le operazioni all’estero.

La Ripresa delle Operazioni e i Risultati Controversi

Nel 1978, sotto il governo di Menachem Begin, l’operazione riprese con minore intensità. Il bersaglio principale rimaneva Ali Hassan Salameh, che fu finalmente eliminato il 22 gennaio 1979 a Beirut attraverso un’autobomba. Secondo l’autore Aaron Klein nel suo libro del 2005 “Striking Back“, il Mossad aveva scoperto un solo uomo direttamente collegato al massacro di Monaco: Atef Bseiso, ucciso a Parigi nel 1992. Klein sostiene che le informazioni sui primi palestinesi eliminati erano “non confermate” e che, retrospettivamente, alcuni omicidi furono errori. Abu Dawud, uno dei principali architetti della strage di Monaco, ha dichiarato in un’intervista che Israele non uccise alcuno dei veri responsabili dell’attacco, affermando: “Son tornato a Ramallah nel 1995, e Israele sapeva che il piano dell’operazione Monaco era mio”. L’Operazione Ira di Dio si protrasse per più di 20 anni, durante i quali gli operatori israeliani uccisero dozzine di palestinesi e arabi in tutta Europa. L’operazione funzionò non solo come tentativo di punizione, ma anche come deterrente contro la reiterazione di fatti simili. L’ex direttore del Mossad Zvi Zamir ha successivamente spiegato che Israele era interessato a colpire “l’infrastruttura delle organizzazioni terroristiche in Europa” piuttosto che solo i diretti responsabili di Monaco, dichiarando: “Non avevamo altra scelta che iniziare con misure preventive”. La tragedia di Monaco e la successiva campagna di vendetta rivelarono i limiti e gli errori sia delle forze di sicurezza tedesche che dei servizi segreti israeliani, lasciando un’eredità complessa di lezioni apprese nel sangue sulla lotta al terrorismo internazionale e su cosa possa essere inequivocabilmente definito terrorismo.

Leggi anche Gaetano Bresci e il Regicidio di Umberto I il 29 Luglio 1900

Articoli correlati

Ancora nessun commento.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui social

ADVERTISMENT

Recent Posts

ADVERTISMENT