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Il 13 maggio 1981 l’attentato a Giovanni Paolo II

Papa Giovanni Paolo II e Mehmet Alì Agca
Papa Giovanni Paolo II e Mehmet Alì Agca

Il 13 maggio 1981 Giovanni Paolo II al secolo Karol Wojtyla il papa venuto dalla fine del mondo ai tempi in cui il mondo, quello occidentale, finiva alla cortina di ferro, era in piazza San Pietro per la consueta udienza generale del mercoledì. Era pomeriggio e la campagnola bianca attraversò ripetutamente piazza San Pietro. Il papa, attraverso le possenti mani degli addetti alla sicurezza, riceveva diversi bambini affidatigli affinché impartisse loro la benedizione pontificia. Alle 17:19 circa – secondo altre cronache già alle 17:17 – il papa polacco impartì la benedizione a Sara Bartoli, una bambina che fece appena in tempo ad essere riaffidata alle braccia della madre Luciana Funari quando si udirono 2 colpi di pistola. A fare fuoco era stato Mehmet Alì Agca, un giovane ventiquattrenne turco. Entrambi i proiettili colpirono il papa all’addome e al braccio andando poi a centrare anche 2 turiste americane una delle quali ferita in modo grave. Giovanni Paolo II fu subito soccorso e trasportato d’urgenza al policlinico Agostino Gemelli dove subirà un intervento di 5 ore e mezza con la conseguente perdita di quasi 3 litri di sangue. L’attentatore in Piazza San Pietro tentò la fuga ma scivolando fu fermato da una suora Letizia Giudici che saltò su di lui, seguita immediatamente da 2 agenti della polizia di stato.

Un anno dopo a Fatima la Consacrazione alla Cuore Immacolato di Maria

Per un’intera generazione di Italiani e per quelli che allora c’erano e lo raccontano a coloro che non c’erano quello fu un evento senza precedenti, il tentato omicidio del papa in Piazza San Pietro. Ancora oggi, dopo esattamente 44 anni e 3 papi, parlare dell’evento genera commozione. Giovanni Paolo II dopo l’attentato ebbe a dire che il 13 maggio ricorreva l’apparizione della Vergine Maria in Portogallo, a Fatima appunto. Secondo il papa era stata la Madonna a deviare il proiettile con il proprio dito e a permettere al pontefice di sopravvivere. Questa data ritornerà in tutti gli anni successivi. Papa Wojtyla subì diversi interventi dovuti in parte alle complicanze del post operatorio, in parte agli interventi programmati per l’evoluzione della convalescenza. Il proiettile aveva perforato in più punti l’intestino del papa provocando problemi temporanei anche sulla funzionalità organica. Già la domenica successiva, all’Angelus tenuto proprio dalla finestra del policlinico Gemelli, il pontefice ebbe un pensiero per l’attentatore. Il 13 maggio 1982 si recò a Fatima dove in una suggestiva celebrazione consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria.

Giovanni Paolo II e Alì Agca

Il 27 dicembre 1983 Giovanni Paolo II si recò a Rebibbia per portare gli auguri natalizi del papa ai detenuti e in quella occasione volle incontrare anche il suo attentatore al quale impartì il sacramento della riconciliazione. Il papa non ha mai rivelato ciò che si sono detti in quella circostanza. Agca, condannato all’ergastolo in virtù dell’articolo 295 del codice penale che prevedeva tale pena per chi attenta, su suolo italiano, alla vita di un capo di stato straniero, fu graziato dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, con parere favorevole del Vaticano e di Giovanni Paolo II il 13 maggio 2000.

Le ipotesi sull’attentato

Sull’attentato si sono fatte diverse ipotesi: coinvolgimento dell’Unione Sovietica, della mafia di paesi dell’est Europa, coinvolgimento di Stay Behind e depistaggi vari. Lo stesso Agca è tornato più volte sull’argomento in maniera confusa e con affermazioni difficili da verificare. Anche le organizzazioni criminali del nostro paese hanno potuto contribuire e rendere ancora più complessa la situazione. Alcuni faccendieri insieme a ex esponenti dei servizi segreti hanno fornito versioni secondo le quali la camorra avrebbe chiesto ad Agca di collaborare con la giustizia e lui, compagno di cella del brigatista rosso Giovanni Senzani, sarebbe stato imboccato anche da quest’ultimo per incentivare l’ipotesi della pista bulgara.

La figura storica di Giovanni Paolo II

A distanza di 44 anni resta l’alone di mistero e l’attrazione storica, il brivido di pensare che il marmo della storia è stato scalfito dal racconto della vita del Romano Pontefice pro tempore, il papa polacco, che nella sua forma umana era sicuramente pro tempore ma che ha lasciato segni indelebili e profondi su quel marmo che registra gli eventi e che fa da memoria all’intera umanità. Giovanni Paolo II è sicuramente una figura storica ma nel suo passare alla storia ha lasciato qualcosa di sé rendendolo una figura indimenticabile e amata ancora oggi a oltre 20 anni dalla sua morte.

Leggi anche La Cappella Sistina: Storia, Arte e Conclave

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