Leonardo da Vinci (1452-1519) è l’incarnazione del genio rinascimentale universale. Nato ad Anchiano, piccolo villaggio vicino Vinci, figlio illegittimo del notaio Piero, la sua condizione di illegittimità gli precluse gli studi regolari, spingendolo verso un apprendimento diretto dalla natura. All’età di 18 anni iniziò il suo apprendistato a Firenze nella prestigiosa bottega di Andrea del Verrocchio. La carriera di Leonardo si sviluppò attraverso diverse corti italiane: dal 1482 rimase 18 anni alla corte di Ludovico Sforza a Milano, dove realizzò opere celebri come la Dama con l’Ermellino e l’Ultima Cena. Nel 1503 ricevette dalla Repubblica fiorentina la commissione per la Battaglia di Anghiari, e proprio in questo periodo iniziò a lavorare alla Gioconda.
Il Dipinto e la Tecnica dello Sfumato
La Mona Lisa, dipinta tra il 1503 e il 1519, è un olio su tavola di pioppo delle dimensioni di 53,4 × 79,4 cm. L’opera rappresenta una rivoluzione nella ritrattistica per l’adozione della posa a tre quarti, che divenne poi standard per tutti i ritratti futuri. La tecnica più caratteristica utilizzata da Leonardo è lo sfumato, termine derivato dall’italiano “sfumare” che significa “svaporare come fufumo”. Questa tecnica consiste nell’applicazione di sottili strati di colore trasparente che si fondono insieme, creando transizioni graduali senza contorni definiti. Nel caso della Gioconda, gli effetti di sfumato sono ottenuti attraverso velature contenenti manganese nelle zone più scure, mentre gli strati sottostanti con biacca di piombo mantengono spessore uniforme. Analisi scientifiche recenti hanno rivelato che Leonardo preparò uno strato di base con una miscela unica di olio fortemente saponificato con alto contenuto di piombo e un pigmento di biacca impoverito di cerussite. La presenza di plumbonacrite, composto raro stabile solo in ambiente alcalino, suggerisce che Leonardo trattò l’olio con un alto carico di ossido di piombo per preparare una vernice spessa adatta a coprire il pannello di legno.
L’Identità del Soggetto: Teorie e Ipotesi
L’identificazione più accreditata è che il dipinto raffiguri Lisa Gherardini (1479-1542), moglie del ricco mercante fiorentino di seta Francesco del Giocondo. Questa teoria è supportata da Giorgio Vasari, che nel 1550 scrisse che “Leonardo intraprese a fare per Francesco del Giocondo il ritratto di Monna Lisa sua moglie”.

Nel 2005, la scoperta di una nota marginale dell’ufficiale fiorentino Agostino Vespucci in un manoscritto del 1503 confermò che Leonardo stava lavorando a un ritratto di Lisa del Giocondo. Il nome “Mona Lisa” significa semplicemente “Madonna Lisa” in italiano, mentre “La Gioconda” deriva dal cognome del marito. Esistono tuttavia teorie alternative: alcuni studiosi hanno ipotizzato che potesse rappresentare la madre di Leonardo, Caterina, teoria sostenuta anche da Sigmund Freud. Altri hanno suggerito che si trattasse di un autoritratto dell’artista travestito da donna.
Il Valore della Gioconda: Dal Rinascimento a Oggi
Durante il Rinascimento, non esistono documenti che attestino il pagamento effettivo da parte di Francesco del Giocondo a Leonardo. L’opera non fu mai consegnata al committente e Leonardo la portò con sé in Francia nel 1516. Il costo dei materiali dell’epoca includeva pigmenti preziosi come il lapislazzuli per gli sfondi blu, che nel 1532 costava circa 8 scellini per libbra. Nel 1962, la Gioconda fu assicurata per 100 milioni di dollari, cifra che rappresentava il record mondiale di valutazione assicurativa per un’opera d’arte. Aggiustato per l’inflazione, questo valore corrisponderebbe oggi a oltre 1 miliardo di dollari. Tuttavia, stime più recenti suggeriscono valori molto superiori. Considerando che il Salvator Mundi di Leonardo fu venduto nel 2017 per 450 milioni di dollari, alcuni esperti stimano che la Gioconda potrebbe valere tra 6 e 17 miliardi di dollari se fosse mai messa in vendita. Un’analisi economica del 2025 ha calcolato il valore basato sui flussi di cassa generati: la Gioconda attrae circa 7 milioni di visitatori annui al Louvre, generando un valore economico stimato di 2,36 miliardi di euro.
Il Furto del 1911: L’Evento che Creò la Leggenda
Il 21 agosto 1911, Vincenzo Peruggia, un imbianchino italiano di 30 anni che aveva lavorato come operaio al Louvre installando teche protettive, rubò la Gioconda in quello che è considerato il furto d’arte più famoso della storia. Peruggia entrò nel museo lunedì mattina, giorno di chiusura per manutenzione, indossando il camice bianco degli impiegati. Quando il Salon Carré dove era esposta la Gioconda rimase vuoto, sollevò il dipinto dai quattro ganci di ferro che lo fissavano alla parete tra opere di Correggio e Tiziano. Si diresse verso una scala di servizio, rimosse la teca protettiva e la cornice, nascondendo questi elementi dietro alcune opere di studenti. Avvolse quindi il dipinto (che misura 53×77 cm) nel suo camice e uscì dal museo.
Le indagini
Il furto non fu scoperto fino al giorno seguente, quando un pittore che doveva fare una copia dell’opera si accorse della sua mancanza. L’evento creò una sensazione mediatica internazionale. Almeno 60 poliziotti perquisirono il Louvre alla ricerca di indizi. Durante le indagini furono arrestati, tra gli altri, lo scrittore Guillaume Apollinaire e il pittore Pablo Picasso. Quest’ultimo era effettivamente coinvolto in furti d’arte al Louvre (aveva nascosto nel suo appartamento teste di statue iberiche rubate nel 1907), ma non aveva collegamenti con il furto della Gioconda. Peruggia riuscì a tenere nascosto il capolavoro nel suo appartamento parigino per due anni e mezzo. La sua motivazione era patriottica: credeva erroneamente che la Gioconda fosse stata rubata all’Italia durante le campagne napoleoniche e voleva restituirla alla patria. Nel dicembre 1913, Peruggia contattò l’antiquario fiorentino Alfredo Geri cercando di vendere il dipinto. Geri allertò le autorità e Peruggia fu arrestato il 12 dicembre 1913. L’opera fu esposta agli Uffizi per alcune settimane prima di essere restituita al Louvre.
L’Impatto sulla Fama
Paradossalmente, il furto trasformò la Gioconda da opera apprezzata principalmente dagli esperti nel dipinto più famoso del mondo. Prima del 1911, l’opera non godeva della celebrità universale attuale. Il clamore mediatico internazionale generato dal furto e dal successivo recupero catapultò l’opera a fama mondiale, trasformandola nell’icona culturale che conosciamo oggi. La Gioconda è quindi molto più di un semplice ritratto rinascimentale. È il risultato dell’incontro tra il genio di Leonardo da Vinci, la raffinata tecnica dello sfumato, il mistero dell’identità del soggetto e una serie di eventi storici che l’hanno trasformata in un’icona globale. Dal suo valore originario di commissione fiorentina a quello attuale di miliardi di dollari, l’opera incarna il potere dell’arte di attraversare i secoli mantenendo intatto il suo fascino enigmatico.
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